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venerdì 25 marzo 2022

Tommaso. IC A. Manzi

 di Tommaso


Dante nel suo viaggio nell’ Inferno incontra Ulisse che, imprigionato in una fiamma, gli racconta quello che è successo a Itaca.

“Caro Dante, tu conosci bene le mie lunghe fatiche per tornare in patria, ma non sai tutto… la mia sete di conoscenza mi ha portato a morire lontano dalla mia casa. Nonostante l’amore per la mia famiglia e la mia Terra ho viaggiato fino alla fine dei miei giorni. Anche se nella mia vita ho sempre dimostrato di avere a cuore la sorte delle persone a me care, ora mi ritrovo a bruciare come fiamma e ad essere punito per la mia astuzia. Se vuoi soddisfare la tua curiosità sulla fine dei miei giorni devi portarmi con te fino al Purgatorio, così anch’io potrò seguirti in questo viaggio nell’ Oltretomba e vedere ridotta la mia pena”. 

Dante si consulta con Virgilio e decidono di accettare questo patto perché Ulisse ha già attraversato l’Ade e conosce molto bene sia i pericoli che le strade più sicure. 

Ulisse inizia la sua storia: “Dopo che ebbi ristabilito la pace a Itaca, decisi di ripartire verso le colonne d’Ercole e tutti pensano che io sia morto in quell’impresa, ma in realtà le correnti mi hanno portato verso le terre del Nord. Qui ammirai una luce che illuminava la notte e la chiamai AURORA DEL NORD. Poi i miei compagni furono uccisi in mare da un Kraken e io mi ritrovai in una terra fredda e bianca, che sembrava deserta. 

Stavo quasi morendo assiderato, quando venni salvato da un popolo il cui nome era quello di eschimesi. 

Rimasi con loro per tre anni, imparando la loro lingua e le loro tradizioni. 

In questo territorio c’erano numerose montagne, ma la più alta di tutte era la Death Mountain, nessuno l’aveva mai scalata e io volevo essere il primo. Partii per l’ennesima avventura, che si rivelò fatale, infatti quando arrivai in cima vidi un paesaggio meraviglioso, ma inaspettatamente un vento forte mi fece perdere l’equilibrio e scivolai in un burrone”.

A quelle parole la fiamma di Ulisse si era fatta più debole, sembrava commossa. 

Dante e Virgilio sono rimasti in silenzio fino a quel momento e il maestro dice: “Sei stato condannato per la tua sete di conoscenza, ma ora hai una seconda possibilità per raggiunger il Purgatorio. Sequere nos!”. 

I tre superano le rimanenti bolge dell’Inferno, il pozzo dei Giganti, dove Ulisse si ferma a ripensare al suo scontro con Polifemo: quel tremendo gigante da un occhio solo che mangiò senza pietà i suoi compagni, ma che alla fine rimase accecato, ricevendo così la sua pena.

Poi arrivano al nono cerchio dove trovano i traditori della patria, Ulisse di fronte a questi dannati comincia a ricordare l’amata Itaca con queste parole:

“LA PATRIA DEVE ESSERE NEL CUORE DI OGNI UOMO

E’ LA TERRA IN CUI CRESCIAMO

E’ IL PAESAGGIO FAMILIARE CHE PORTI NEI RICORDI QUANDO SEI LONTANO

E’ L’INSIEME DELLE NOSTRE TRADIZIONI CHE CI RENDE CIO’ CHE SIAMO

E’ IL NOSTRO PUNTO DI RIFERIMENTO, LA NOSTRA GUIDA E LA NOSTRA META.

LA PATRIA DEVE ESSERE SEMPRE PROTETTA E DIFESA PERCHE’ E’ LA CASA DI TUTTI I NOSTRI FRATELLI E SORELLE”.

A quelle parole Dante ripensa con nostalgia a Firenze, la sua amata città, e Virgilio chiude gli occhi ricordando la grandiosità dell’Impero Romano.

Dopo questi momenti di silenzio i tre riprendono il viaggio, non resta che oltrepassare Lucifero.

Ulisse ha un piano: concentrandosi farà aumentare la potenza della sua fiamma in modo da riuscire a nascondere dietro i suoi due amici.

Il piano funziona perché Lucifero è circondato dalle fiamme e non si accorge del loro passaggio, ma i tre non dimenticheranno mai il suo aspetto: la testa era nera, con gli occhi rossi come le fiamme che lo circondavano espressione di tutta la sua malvagità, aveva due grandi corna affilate e delle enormi ali da pipistrello, mangiava le anime dannate e si sentivano le loro urla di dolore, uno spettacolo raccapricciante.

Finalmente i tre compagni di viaggio possono arrivare alla montagna del Purgatorio, rivedono il cielo stellato e l’aria è fresa, tutto dà una nuova speranza ai tre viaggiatori.

Improvvisamente Ulisse da fiamma riprende le sue sembianze umane, aveva di nuovo le gambe per camminare e le braccia forti, ma soprattutto il suo cuore non era più dannato.

Ulisse è talmente felice che non trova le parole, ma stringe in un abbraccio Dante e Virgilio: ora ha una seconda occasione.

Una volta passata la porta di ingresso, i tre si trovano davanti una strana scena: ci sono molte persone che camminano trasportando sulla schiena enormi macigni.

Virgilio spiega ai suoi amici che quelle persone sono i superbi e trasportano proprio questo peso, ma aggiunge queste parole: “Caro Ulisse, adesso il tuo viaggio è terminato, non puoi andare oltre perché durante la tua vita hai peccato di superbia, ti sei creduto troppe volte superiore agli altri per intelligenza, astuzia, ingegno”.

Ulisse annuisce, ma non è triste e saluta i suoi compagni di viaggio dicendo:” Hai ragione, ma sono contento di scontare la mia pena con la speranza di poter arrivare al Paradiso, Yassas!”.

Ulisse si dirige a prendere il suo macigno e si mette in fila con le altre anime.

Dante lo guarda con tristezza perché le loro strade si sarebbero separate, ma forse non per sempre.

Il viaggio di Dante e Virgilio è ancora lungo.


Leonardo. IC A. Manzi

 Ulisse incontra Dante

di Leonardo

Dante nel suo viaggio all'inferno incontra Ulisse che imprigionato in una fiamma gli racconta cosa è accaduto dopo il suo ritorno a Itaca.

Ulisse era inseguito da Enea, la nave del Troiano era più veloce della sua, ma lui cercò comunque di andare avanti. “Ora ti prendo” disse Enea. “Credo di no” rispose Ulisse. Intanto c'era una fortissima tempesta, la nave di Enea ormai aveva raggiunto quella di Ulisse che, quindi, andò a combattere sulla nave del Troiano. 

“Ora combattiamo” disse Enea, “ovvio” rispose Ulisse. Lui aveva paura di Enea dato che aveva una spada più affilata della sua e un'armatura migliore. Enea sferrò un colpo con la sua spada ma Ulisse lo schivò, lui provo a buttarlo per terra ma Enea riuscì a saltare la spada. A un certo punto però la nave affondò nel mare e Ulisse si ritrovò sulla riva svenuto. Lui, sdraiato sulla spiaggia, ripensò al perché era finito lì. 

Tutto era iniziato quando da alcuni mercanti si seppe la notizia che alcuni troiani sopravvissuti alla guerra di Troia volevano uccidere tutti i re achei per vendetta. Ulisse allora dovete ripartire, lasciando Penelope e Telemaco, di nuovo, dopo due anni da solo. 

Ulisse partì con un piccolo equipaggio su una nave nuova e grande, la migliore che c'era. Si avviarono verso le coste del Lazio. Dopo due giorni di navigata si fermarono su un'isoletta. 

All'inizio sembrava non ci fosse nessuno, ma nella notte, Ulisse si svegliò sentendo un piccolo urlo; quindi, si alzò e andò a controllare e vide uno dei suoi soldati morto. Ulisse capì subito che si trattava di un attacco da parte dei troiani, allora si abbassò e cerco di uccidere tutti i soldati silenziosamente, ma dopo averne uccisi circa dieci, uno di loro lo trovo e diede a tutti l’allarme quindi si svegliarono anche tutti i soldati del re di Itaca e iniziò una sanguinosissima battaglia.

Tutto l’equipaggio di Ulisse morì ma lui, avendo capito che i troiani erano troppi, ricoprì nel minor tempo possibile una fossa molto profonda nel terreno, così tutti i troiani di quell'isola caddero in quella fossa. L'unico che non cascò nell’inganno fu Enea che capì subito che era una trappola. Ulisse prese la nave e scappò ma venne inseguito da Enea e dopo il loro scontro sulla nave si ritrovò su quella spiaggia. 

Ulisse dopo due ore si svegliò e vide Enea davanti a lui che voleva ucciderlo, allora lui si alzò velocemente e scappò. Credeva di aver seminato Enea ma per sicurezza fece una trappola con il suo arco e con una corda che aveva trovato su quel su quell'isola, in modo che quando Enea ci avrebbe messo il piede sarebbe stato intrappolato dalla corda e ucciso dalla freccia. Ma Enea lo trovo e iniziò a inseguirlo di nuovo, ma Ulisse, nella fretta di scappare, cadde nella sua stessa trappola. 

Enea era molto triste dato che quella trappola si era presa tutta la sua gloria. Ulisse fu lasciato morto lì, mentre Penelope, seppe la notizia da alcuni marinai quindi si vide costretta a dover sposare l'unico, bruttissimo e cattivissimo Procio.


Lorenzo. IC A. Manzi

 Ulisse e il viaggio nel tempo


Lorenzo 

Dante durante il suo viaggio all’inferno incontra nell’ottavo  girone Ulisse che imprigionato in una grande fiamma vicino  al suo amico più fedele Diomede, narra al poeta le sue  strabilianti avventure che gli sono accadute dopo il suo  ritorno a Itaca. 

Era il 325 a.c., Ulisse viveva beatamente con Penelope. 

Un giorno si stancò di fare sempre le stesse cose e così  salutò la moglie e partì per il mare. 

Mentre viaggiava beato lo raggiunsero dei pirati, avevano  la barba lunga e bianca, i vestiti strappati, lerci e rossi, una  benda sull’occhio, una nave con lo stemma del teschio  sopra e come punta del veliero una sirena. 

Ulisse grazie alla sua furbizia riuscì ad aggirarli, ma una  delle loro “bombe del tempo”, così chiamate dai pirati, lo  colpì. La bomba lasciò del fumo e i pirati scomparvero. 

Ulisse continuò il suo viaggio imperterrito e riuscì ad  attraccare con la sua nave in Finlandia dove camminando  per molto tempo vide una città molto grande. 

Corse giù dalla montagna con la sua lancia bella stretta e  appena vide una persona gli chiese «scusi giovine dove mi  trovo?», «signore si trova a Helsinki», rispose il passante.

«Helsinki? » chiese Ulisse, «si, è la capitale della Finlandia  lei è il benvenuto» rispose il passante. 

«senta io non mi dovrei trovare qui, questa non è la  Fidandia come la chiamate voi» 

«Finlandia» lo corresse il passante. 

«vabbè, poco mi importa, questa è la Scandinavia» rispose  Ulisse. 

«si…la Scandinavia 3000 anni fa…» e facendo un piccolo  sorriso l’uomo se ne andò. 

Ulisse pensò ”forse quella bomba del tempo mi ha  teletrasportato qui…” rincorse il ragazzo e gli chiese «scusi, in che anno siamo?», lui rispose «nel 1938 signore». 

Dette queste parole iniziò ad esplorare il territorio per  provare a scappare, ma niente. 

Passarono 2 anni e Ulisse faceva il muratore, aveva una  casa e un lavoro ma si sentiva triste perché la gente non  era curiosa e avventurosa; allora pensò: “se mi candido  presidente riuscirò forse a scappare e a rendere la gente  più curiosa”. Così ci provò la prima volta, ma non ci riuscì,  ma la seconda ci riuscì grazie a un bellissimo discorso e  diventò presidente.

La sua nuova casa era grande e spaziosa, luminosa con i  muri bianchissimi e ampie vetrate, la camera da letto  aveva un letto matrimoniale molto grande e la stanza era  decorata con molti quadri ed una cabina armadio. 

Riuscì a far diventare più curiose le persone grazie ai suoi  discorsi. 

Molti anni dopo di notte mentre Ulisse dormiva sentì un  rumore, si alzò e vide un portale che lo risucchiò, ritrovandosi in mare con la sua nave come se non fosse  successo nulla. 

Ulisse voleva raccontare tutto al figlio ma la sua missione  compiuta doveva rimanere segreta, così Zeus lo fece  morire durante una tempesta.


Daniele. IC A. Manzi

 di Daniele


Dopo 3 anni che Ulisse è tornato ad Itaca  vorrebbe  ripartire per nuove avventure quindi Ulisse costruì una navicella spaziale perché voleva scoprire cosa ci fosse oltre il cielo.

Però sapeva che da solo non ce la  avrebbe mai fatta e quindi chiamò Menelao  e andarono . Durante il viaggio però scoprirono  che la terra non è piatta ma tonda e poi videro altri pianeti oltre alla terra e addirittura, il sole che era grandissimo, più si alzavano con la navicella  più faceva freddo.  Dopo 3 giorni di viaggio arrivarono sulla luna.

Lì si accorsero che non erano soli c’era un alieno verde, basso, e con due occhi grandi come palline da baseball , l’alieno li ospitò nel miglior castello dell’universo alto 900 m era cosi grande da vicino e pensare che dalla terra non si vedeva.

Ulisse e Menelao entrarono nel castello, dentro era fatto di lunite, il materiale più duro dell’Universo. Dentro questo castello c’era il Re degli alieni che parlava alienese . Ulisse provò a chiedere in che pianeta erano, e un suddito che conosceva la lingua della terra, gli disse che il rè non parlava nella loro lingua allora si fecero raccontare la storia del loro popolo e del pianeta.

Questo però era un tranello perché il rè ordinò di catturarli e rinchiuderli, Ulisse trovò la chiave per liberarsi  e uccise tutti gli alieni. Rubò anche il loro tesoro che erano 1000 lingotti di lunite e divisero il bottino in 500 a Ulisse e 500 a Menelao diventarono così i più ricchi del cosmo e se ne andarono ognuno a casa propria.                                                                                                                      I vicini del pianeta che avevano assistito a tutto mandarono un asteroide per ucciderli.

Dopo 1 anno arrivò l’asteroide dove c era scritto che la vendetta era vicino.

Ulisse morì colpito dal meteorite avvelenato e tutta la famiglia era al suo funerale. Prima di morire le sue ultime parole furono per la moglie e il figlio Telemaco dicendo  “scusa che non ci sono stato abbastanza “ . Appena Telemaco scoprì il fatto, voleva vendicarsi ed era pieno di rabbia però prima che partisse incontrò l’anima di Ulisse che gli disse di non vendicarsi e che doveva continuare la sua vita e che è ancora giovane.

Ulisse  andò all’ inferno e si trasformò in una fiammella grande e insieme a lui c’erano molte altre fiammelle grandi e piccoline, Dopo un bel po' arrivò una persona che Ulisse non riconobbe subito poi vide che era Dante ed era sorpreso perché li’ all’inferno era famoso e gli chiese cosa ci faceva lì . Dante gli racconto che passava all’inferno per una nuova avventura: andare nella montagna del purgatorio vedere cosa succedeva li,  per andare poi in paradiso, poi dopo aver detto l’avventura che avrebbe fatto, Dante gli chiese cosa ci faceva lì e Ulisse gli raccontò tutta la sua storia della morte e poi Dante gli disse “ ora io devo andare ma ci rincontreremo” e Ulisse rispose”ok alla prossima Dante, ciao”e Dante rispose”ok,ciao”

Ulisse passò 5 anni lì e dopo questi anni rincontrò Dante che gli racconto’ tutto il suo viaggio come era realmente il paradiso e il purgatorio facendolo appassionare e pentire delle sue scelte.

Per Dante era giunta l’ora di andare, salutò Ulisse lasciandolo con il dubbio che si poteva passare dall’inferno al purgatorio, bastava solo fare le scelte giuste.

E dopo anni si aggiunsero Penelope ,Telemaco.

E rimasero lì a capire se era possibile cambiare anche se ormai sembrava troppo tardi.


Daniele. IC A. Manzi

 Dante 700+1

di Daniele


Dante, nel suo viaggio all’Inferno, incontra Ulisse che imprigionato in una fiamma, gli racconta cosa e’ accaduto dopo il suo ritorno a Itaca. Comincia cosi’ il racconto del guerriero Acheo….

“ Tornato nella mia citta’, mi sono reso conto che in fondo io non ero fatto per rimanere fermo in un posto. Volevo scoprire il mondo!! E cosi’ sono ripartito, andando in tanti luoghi dove ho incontrato amici e nemici.                 

La mia prima tappa e’ stata Sparta dove ho rivisto Menelao, che all’inizio non mi riconosce e poi mi dice:”   Bentornato Ulisse, ti stavo aspettando!” Ed io gli chiedo se vuole venire con me alla scoperta del mondo , ma lui mi dice che non puo’ perche’ deve andare da suo fratello Agamennone che ha bisogno di aiuto. Io sono triste per la risposta e riparto per una nuova tappa.                                                                                                      

Mentre sto’ navigando, passo vicino alla citta’ di Troia e noto delle persone riunite, cosi’ incuriosito mi fermo per capire cosa sta’ succedendo: si stava celebrando un funerale, riconosco quel corpo inerme, era Achille. Tra la gente riconosco sua madre, Teti ,allora mi avvicino e le dico”: Mi dispiace, le mie condoglianze. Era un bravo guerriero, il piu’ forte tra gli Achei , purtroppo il giorno della sua morte e’ arrivato.” Teti non mi dice nulla e disperata se ne va’ via. Nel frattempo sento una voce, era quella di Achille che mi dice di stare attento e di non farmi ingannare da nessuno. Ero sorpreso, incredulo, ma tornai a navigare.   Dopo un po’ che ero in mare sento dei rumori assordanti vicino l’Olimpo e ho capito subito chi era: Polifemo, che era molto arrabbiato con me perche’ aveva perso la vista dopo una lunga lotta che avevamo avuto qualche anno prima, quindi sapevo che voleva farmi fare la stessa fine. Non rimasi a lungo, sono ripartito in fretta.    

Nella tappa successiva, ho incontrato Diomede e gli ho chiesto:” Vuoi venire con me?  Sto andando alla scoperta del mondo!”. E lui ha accettato, naturalmente nessuno dei due sapeva a cosa stavamo andando incontro. Abbiamo visto in lontananza un’isola e ci siamo avvicinati, era Ogigia e c’era Calipso che mi cercava da tanto tempo per vendicarsi perche’ l’avevo ingannata promettendole amore eterno,invece un bel giorno sono scappato lasciandola sola.Io e Diomede abbiamo cercato di fuggire ma lei ha scatenato su di noi una terribile tempesta: il cielo era nero e c’erano dei forti fulmini. Si creo’ un enorme vortice che fece sobbalzare per tre volte la nave, ma alla quarta essa viene risucchiata e il mare si e’ richiuso sopra di noi inghiottendoci. Ed eccoci qui, nell’ottavo cerchio, in particolare nell’ottava bolgia, dove scontano la loro pena le persone che sono ritenute dei traditori perche’ sulla Terra hanno ingannato gli altri, facendo un uso sbagliato della propria intelligenza. Ecco come siamo arrivati qui Dante, ecco perche’ siamo all’Inferno!!”.