Il ritorno di Dante
di Giulia
Dante si svegliò su un terreno freddo; si trovava ancora nell'inferno. Alzandosi da terra, si ritrovò davanti il nulla, l'unica cosa che Dante vide era una luce. Man mano che Dante si avvicinava, la luce rimaneva sempre nello stesso punto. Dante continuò ad avvicinarsi ma niente, non riusciva ad avvicinarsi alla luce. Era come se si trovasse in un buco nero.
Stufato di correre, Dante sentì la necessità di parlare con Virgilio ma si rese conto che Virgilio non c'era, Dante provò a urlare il suo nome ma con scarsi risultati. Dopo un po' di minuti non vi era traccia di nessuno lì dentro ed in quel esatto momento, nella mente di Dante comparvero tante immagini mescolate tra loro e Dante ricordò.
*flashback*
Dante e Virgilio erano giunti all'ultimo cerchio dell'inferno nel quale ci viveva Lucifero, il diavolo, imprigionato nel lago ghiacciato Cocito.
I due ospiti assistettero al pranzo di Lucifero: stava mangiando con tutta la crudeltà e felicità che aveva nel corpo Giuda, Bruto e Cassio, i traditori più grandi della storia e dalla sua bocca usciva sangue mischiato a bava; Dante e Virgilio, assistendo alla scena inquietante, avevano paura a provare a parlare con Lucifero. Dante si rivolse a Virgilio per trovare il coraggio di comunicare con Lucifero, ed appena si girò, trovò Virgilio caduto a terra tremante; Dante, spaventato, cercò di svegliare Virgilio ma cadde in un sonno profondo, nonostante fosse svenuto negli pochi secondi in cui ebbe i sensi, si sentì sollevare e portare in un posto silenzioso.
*fine flashback*
Dante pensò che Virgilio fosse stato assassinato e a quel pensiero si spaventò e senza pensarci troppo cerco una soluzione per uscire da quel posto non tanto confortevole. Dopo svariati tentativi, riuscì ad uscire facendo un buco nel terreno e, cadendo dentro, si ritrovò sulle rive del fiume Acheronte, dove tante anime dannate stavano aspettando Caronte per raggiungere l'inferno. Appena vide Caronte, si precipitò da lui chiedendogli di Virgilio. Caronte appena lo vide, sul suo viso apparve un'espressione di sorpresa e chiese subito a Dante cosa ci faceva ancora da quelle parti. Dante gli raccontò quello che aveva subito e cosa ci faceva lì, Caronte senza perdere tempo gli disse di non aver visto più Virgilio dall'ultima volta che si erano incontrati. Dante, ancora più spaventato di prima, lo ringraziò ma si accorse che quando se ne stava per andare intravide nella faccia di Caronte un blocco o meglio uno spavento, ma lasciò perdere e scese al secondo cerchio dell'inferno, il cerchio dei lussuriosi. Dante si fece tutto il giro del cerchio chiedendo ad alcuni dannati se avevano visto Virgilio, tra questi dannati c'erano Paolo e Francesca: alla domanda , Francesca rispose di non averlo visto mentre Paolo era molto silenzioso e guardava sempre in basso per non incrociare gli occhi di Dante. Dante ci fece caso ma non ci diede molto peso, ringraziò Paolo e Francesco e continuò il suo cammino alla ricerca di Virgilio.
Dante mano a mano che scendeva chiedeva in giro se si era sentita voce di Virgilio, ma tutti negarono e Dante si sentiva sempre di più vuoto, senza un'anima anne se l'anima l'aveva molto bene; senza Virgilio Dante si sentiva come quando un figlio perde il padre e sperava tanto di ritrovarlo al più presto.
Dante raggiunse l'ottava bolgia dell'ottavo cerchio dei fraudolenti: i consiglieri fraudolenti. Intravide un viso conosciuto, Ulisse, racchiuso in una fiamma con accanto Diomede; Dante corse verso di loro e chiese se avessero visto o sentito Virgilio. Ulisse rispose sorridente e malinconico di non aver visto Virgilio e Diomede annuisce in silenzio. Dante annuisce e ringraziandoli se ne va continuando a chiedere in giro di Virgilio. Esausto di camminare senza meta, decise di fermarsi su una specie di panchina fatta di pietra posta in un angolo; Dante si sedette e penso a quante cose avrebbe raccontato in questo momento a Virgilio sulla sua scomparsa, mentre Dante si immerse nei suoi pensieri, sentì qualcosa di leggero e liscio toccargli la mano. Non sembrava un tocco d'una mano ma qualcosa di molto più leggero; Dante scostò la testa e vide un pezzo di carta giallastro posato sulle sue dita. Prese in mano il pezzo di carta e lesse cosa c'era scritto sopra:
" C P U "
Dante non capì il perché di quelle lettere incise su quel pezzo di carta e cerco di ragionare sulle cose successe. Dopo circa due ore Dante comprese: quelle lettere corrispondevano a tre nomi: Caronte, Paolo e Ulisse. A quella affermazione capì perché alla domanda riguardante Virgilio, Caronte e Paolo si erano impauriti, erano colpevoli. Ma perchè Ulisse? Quando gli chiese di Virgilio ebbe un'espressione di malinconia, pena. Non sembrava colpevole. Dante decise di addormentarsi e ci avrebbe pensato l'indomani.
" F-fidati Dante, f-fidati del tuo istinto. Punisci in maniera esageratamente grave i tre colpevoli per aver ucciso il tuo caro, maestro Virgilio…".
Dante si svegliò di colpo e si accorse che era tutto sudato, dalla sua fronte colavano gocce di sudore fredde. Dante ripensò alle parole che ebbe sentito nel sogno ma non riconosceva di chi fosse la voce, ricordando bene sembrava una voce femminile e Dante non ci mise tanto a capire di chi si trattasse: di Beatrice. A quel nome, il cuore di Dante esplose di gioia che si spense subito al ricordo della scomparsa di Virgilio. Dante si fidò ciecamente delle parole di Beatrice e si arrampicò cercando di arrivare al fiume Acheronte. Arrivato con tanta fatica, Dante si mise ad aspettare Caronte. Passarono ore e ore e di Caronte non c'era traccia; decise di scendere al secondo cerchio e si avvicinò a Francesca. Appena si avvicinò alla fanciulla, si rese conto che era da sola senza Paolo che piangeva senza fermarsi ma senza fare troppo rumore. A Dante questa cosa non quadrava. Dove erano finiti Caronte e Paolo? Senza perdere tempo scese da Ulisse; arrivato cercò subito due fiamme ma, riconoscendo quella di Diomede, giunse alla conclusione che era scomparso anche lui. Dante non ci stava capendo più niente e, senza speranze, si avvicinò alla panchina di pietra. Dante cominciò a piangere amaramente fino quando non sentì delle urla provenire da un buco lontano; Dante si avvicinò e intravide dal basso Lucifero che mangiava Caronte, Paolo e Ulisse. Dante si sentiva vittorioso ma provava pena per quei tre dannati e, da questo mescolamento di emozioni, Dante sviene. Dante si svegliò sorpreso fa dove si trovava: era un luogo pieno di flora e fauna, uccelli che cinguettavano e, in mezzo a questa meraviglia, Dante intravide una persona o meglio dire una fanciulla dai capelli castani con addosso un lungo vestito bianco floreale. Stava ammirando i fiori che colorano il paesaggio e li annusava uno ad uno con un sorriso meraviglioso sul viso. Dante si accorse che quella era Beatrice e non aspettò altro a correre da lei. Beatrice appena lo vide, tolse dal suo viso il sorriso cambiandolo con paura, paura di rivelare. I due si guardarono negli occhi per circa dieci minuti e parlò Beatrice:
"Ciao Dante. Cosa ci fai da queste parti?"
"Beatrice, mia dolce e cara Beatrice. Mi sono accadute tante cose che non riesco nemmeno a spiegare" alla fine della frase, Dante iniziò a versare lacrime.
"Oh caro Dante, so quello che ti è accaduto e mi dispiace tanto. So dove si trova Virgilio ma sappi che Dio non riuscirà a perdonare quello che hai fatto, Dante."
"Beatrice cara, in un sogno mi hai detto esplicitamente chi dovevo incolpare per il tragico avvenimento a Virgilio"
"Dante, perché ti sei fidato ciecamente di quelle parole mai uscite dalla mia bocca..". "Per farti perdonare dovrai cercare di trovare Virgilio ed alla fine succedere ciò che è stato deciso da lassù" Dante a quelle parole ringrazia Beatrice e si fa portare da dei Pegasus al primo cerchio dell'inferno: il Limbo. Arrivato, notò una figura umana e si avvicinò: era Virgilio. Dante scoppiò in lacrime e si inginocchiò ai piedi di Virgilio.
"Perdonami maestro per il male che ho causato, ero perso e non ritrovavo più la mia retta via. Dimmi che posso purificarmi dal peccato maestro.."
"Oh figliolo, basta scusarti. Adesso alzati e non scoraggiarti. Hai combinato un bel guaio ma tutti sbagliano" " Io non ti odio Dante, ma dovrai tornare da Beatrice dove ti potrai purificare". A quelle parole, Dante si stampa un sorriso sul volto e saluta per l'ultima volta Virgilio e torna da Beatrice la quale lo purifica e si incamminano insieme verso il Signore Onnipotente. Arrivati, l'ultima scena che vede Dante sono le labbra di Beatrice che gli lasciano segno sulla guancia sinistra e Dante sviene.
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