Dante Alighieri nel futuro
Dante subito chiese : “Ma scusi innanzitutto lei chi è? Poi come si permette a dire che io devo creare un nuovo idioma e quindi di cancellare l’italiano.”
“Non ho detto questo. Non mi metta parole in bocca che io non oso dire. Gli sto semplicemente chiedendo se vuole fondare una nuova lingua in Italia oltre all’italiano. Questo non significa cancellarla:”
Dante non rispose. Rimase in silenzio per qualche minuto. E subito dopo disse: “Se io volessi accettare, come farò a crearla?”
“Semplicissimo. A questo abbiamo pensato noi della navicella spaziale “Alieni 8025”. Lei non si preoccupi!” disse l'alieno tutto euforico.
Dante inizialmente non fu molto contento, ma, subito dopo, cominciò a pensarci. Quindi, disse subito:” Senta io accetto ma voi dovrete darmi una bella fanciulla.”
L’alieno era contento da una parte ma preoccupato dall’altra, perché non conosceva gli umani. Però rimase zitto. Portò Dante all’interno della navicella “Alieni 8025” e lo condusse fino ad un pianeta ormai dimenticato da tutti, ovvero, Plutone.
Dante quando arrivò fu accolto da miliardi di alieni scioccati dalla presenza di un uomo. Non ne avevano mai visto uno. Quest’ ultimo si presentò: “Salve a tutti! Io sono un essere umano, vivo sulla Terra e lì ci sono moltissimi esseri come me. Sono qui per fondare insieme a voi una nuova lingua quindi spero diventeremo amici.” Dopo queste poche parole non si sentì nient’altro se non un silenzio assordante finché non parlò il capo, il signor Giucca, che disse con una voce da anziano:” Buongiorno, noi siamo contenti che lei abbia accettato ma deve promettere che non dirà niente di tutto quello che vede e sente qui. Quando ritornerà dirà che sarà stato in viaggio in un luogo molto lontano dove non prendeva il telefono, anche perché qui non c’è la rete internet. “
Dante Ripose:” Lo giuro.”
“Ok. Possiamo proseguire. Adesso i miei segretari lo porteranno in una stanza dove ci rivedremo quando lei avrà deciso una nuova lingua.” Disse l'anziano.
“Sì ma mi permetta una cosa. Io sono venuto a patto di avere una fanciulla come mia sposa.” Ribatté Dante.
“Come scusi? Una donna? Chi è che le ha detto questa cosa?” chiese il capo.
“Ehm…. Vediamo…. Come si chiama? Vabbè il signore che mi ha portato qui.” Affermò Dante.
Il comandante subito urlò:” Gusrallllllll come ti sei permesso? Sai benissimo che qui c’è solo una donna, ovvero Beatrice, mia figlia e che lei non ha bisogno di uomini perché le basta la mia protezione.”
Gusral gli rispose: “Ehm…. c’è una spiegazione…. Ma prima si deve girare.” Appena il signor Giucca si girò se la scappò a gambe levate.
Dante fu portato nella sala a pensare alla realizzazione della nuova lingua. Restò lì per circa due orette. Fino a che gli saltò in mente la ragazza nominata prima, Beatrice. A quel punto decise di andare a cercarla di nascosto. Non la trovò molto presto perché non conosceva il pianeta. Sorvegliò tutto il castello del re per un'ora ma niente, non c'era da nessuna parte. Si rassegnò e pensò al nuovo idioma. Gli venne in mente un'idea ma non sapeva se poteva andare bene. Pensò ad una lingua che mescolava il vecchio dialetto toscano, l’italiano, lo spagnolo e il cinese. Da tutti queste unioni ne vennero fuori parole stranissime tipo:” xiaoiu, saledrachiang …”
Il giorno seguente chiamò il capo per chiedergli se andava bene e lui disse: “Benissimo, mi piace un sacco, portiamola a brevettare, solo che c’è un problema devi andare dall’altra parte del pianeta.”
Dante rispose: “Cosa? Va bene dai per questa volta lo faccio perché non vedo l’ora di tornare sulla Terra che qui fa freddo e non respiro molto bene. Ma per caso sua figlia vive ancora con lei qui nel castello?”
“No, purtroppo no. Lei se ne è andata di casa perché si voleva sposare con un ragazzo che poi l'ha tradita con una donna della Terra. Ti rendi conto? Io le avevo detto di non fidarsi degli umani e lei non mi ha dato retta. Poi però, è rimasta in quella casa poiché non gli andava di trasferirsi di nuovo.”
“Oh capisco, mi dispiace. Però deve anche accettare la crescita di Beatrice, che non può più stare 24 ore su 24 con lei. Quindi è normale che si sia innamorata. Anche lei una volta nella vita si è fidanzato” disse Dante cercando di convincere il re.
“Si… lo so …. Però …. Sai …. Per un padre non è semplice vedere la propria figlia giurarsi a qualcuno per il resto della vita e soprattutto ad un umano”.
“Si la capisco… Ma quindi la ragazza dove si trova ora?” ha chiesto Dante con molta tranquillità per non far capire che lo stava chiedendo per cercarla.
“Beh adesso si trova vicino alla “Grande Cascata”. In un castello che le ho donato. Prima, era dei miei genitori ma quando sono morti è restato abbandonato e alla fine ho deciso di darlo a lei.” Confessò il re.
“Si ok, non perdiamoci in chiacchere, ora debbo togliere il disturbo. Altrimenti non finisco più!” disse frettolosamente Dante.
Il ragazzo cominciò il viaggio e andò prima ad elaborare questa nuova lingua e poi a cercare Beatrice. Dopo tanti giorni di viaggio tra una commissione e l'altra arrivò al castello. Bussò alla porta. Sentì una docile vocina dire:” Chi è?”
“Salve sono Dante Alighieri sono stato mandato da suo padre per ideare un nuovo idioma.” Dante non sapendo che inventare disse anche:” Poi… mi ha chiesto anche di accertarsi che stia bene…. Per questo mi deve lasciare entrare.”
“Si prego, venga. Ma davvero mio padre le ha chiesto una cosa del genere?” chiese la docile vocina.
Il ragazzo rimase scioccato dalla bellezza di Beatrice e dopo un po’ disse:” Sì, sa ogni tanto si cambia idea” affermò Dante.
“Mi sembra molto strano, perché sa, io e mio padre avevamo litigato perché…” cominciò a raccontare Beatrice.
Dante dovette ascoltare di nuovo tutta la storia. Però, tra una chiacchera e l'altra cominciarono a conoscersi.
Quando la ragazza andò a preparare il tè con qualche biscotto in cucina Dante preparò una strategia per dichiarare i propri sentimenti per lei. Decise di fare “all'Alighieri”. Andò verso la cucina percorrendo un lungo corridoio. Quando arrivò vicino a lei la chiamò e la guardò in faccia con occhi pieni di passione. Lo sguardo era reciproco. Ad un tratto il ragazzo disse:” Beatrice, io per te provo dei sentimenti d’amore. Appena ho visto i tuoi occhi sono subito rimasto scioccato, le tue labbra, i tuoi lineamenti, il tuo carattere, il tuo linguaggio quando parli. Capisco possa essere un pochino presto ma io ti amo. Capisco anche che tu mi possa rifiutare perché non ti piaccio, o perché vuoi prima un rapporto d'amicizia o altri mille motivi. Però devi sapere che io ti amo. Perciò ti chiedo: Vuoi essere la mia donna amata?”
Nella sala ci fu un silenzio assordante. Dante aspettava freneticamente.
La ragazza ad un tratto disse:” Sì, lo voglio.”
Si diedero un bacio, uno di quelli di vero amore e non quelli finti tanto per darne uno.
La parte più difficile fu quella di dirlo al re Giucca. Lui in fondo lo aveva capito dalle domande che le faceva sulla figlia ma non aveva detto niente perché aveva compreso che gli piaceva veramente ed era un uomo per bene ed istruito. Quindi si celebrarono le nozze, la portò sulla Terra, le fece conoscere i genitori e passarono il resto della vita felicemente. Dopo due anni dal matrimonio uscì anche la nuova lingua e Dante fu proclamato re delle lingue d’Italia e uscì il suo grande capolavoro: La Divina Commedia.”
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