IL VIAGGIO DI DANTE
Dante si risvegliò.
Il vento che sentiva non gli era per nulla familiare. Inoltre, gli sembrava che il letto fosse diventato umido…
Si alzò di soprassalto e si rese conto che non era nel comodo letto di casa sua, bensì in una foresta.
Era terrorizzato. Gli alberi sembravano osservarlo e i rami parevano volessero catturarlo, le chiome oscuravano la luce della luna in quella fredda notte di primavera.
Dante non riusciva a capire come fosse finito in quella foresta, era confuso, spaventato.
Si accorse che non indossava
più le vesti da notte, ma l’abito
rosso con tanto di corona
d’alloro.
Alle sue spalle udì uno strano rumore tra le foglie, si girò di scatto e vide una figura umana, con una veste bianca. Dante notò subito la sua corona d’alloro, ed allora esclamò: -O gentile signore, vedo che anche lei è un poeta e come me anche lei si trova qui. Potrebbe dirmi il suo nome?-
L’altro sorrise. -Dante, non mi
riconosci?- Lui rispose, ancora più confuso: -No, signore. Ci siamo forse incontrati al raduno degli
stilnovisti?-. Il poeta vestito di bianco rise: -No Dante, sono Virgilio-.
Dante rimase a bocca aperta:-
V-Virgilio? Dell’ Eneide? È un onore per me parlare con lei. Ho studiato i suoi testi a fondo…aspetti, ma lei è
morto moltissimi anni fa! Come fa ad essere
ancora qui? E soprattutto
come sa il mio nome?-.
Virgilio si fece più serio: -Dici
bene. Sono morto molto tempo addietro, ma ora sono qui per guidarti in un viaggio. Non puoi rifiutare, dato che ti
è stato concesso da Dio di viaggiare
nei tre mondi ultraterreni. Compirai questo percorso in nome di tutta l’umanità. Mi è stato comunicato che tendi
a….svenire spesso, non solo per la paura, ma
per tutte le forti emozioni che provi. Ora, nel Paradiso puoi svenire quante
volte ti aggrada, ma nell’ Inferno
devi sempre stare in guardia, altrimenti al tuo risveglio potresti
ritrovarti bloccato negli inferi per l’eternità. Saresti
morto. Tutto chiaro?-
-Chiaro.- rispose Dante, che si stava trattenendo dallo svenire proprio
in quel momento.
-Molto bene. Dovrei avere una mappa dell’Inferno proprio qui…- Virgilio frugò per qualche istante nella borsa, dopo di che estrasse una pergamena vecchia, ma in ottime condizioni.
-Guarda. Questa è la struttura dell’Inferno. Ci sono 11 cerchi dove vengono rinchiuse le persone a seconda dei loro peccati. Io abito qui, nel Limbo.-
Tra i due ci fu un istante di silenzio. Finché
Virgilio non girò la mappa.
-Questo è il Purgatorio. Qui
vengono punite le persone con colpe più lievi
che possono ancora
sperare di andare
in Paradiso..
Non possiedo la mappa del Regno dei Beati, lo dovrai
vedere tu stesso, dato che io non ho la
possibilità di andarci. Direi di non indugiare oltre. Seguimi.-
Dante e Virgilio si diressero verso una porta, che
apparentemente non conduceva ad alcun
luogo ma, una volta aperta, emanò una strana
luce viola. Suoni di pianti e grida
provenivano da quel portale, nell’ udirli Dante deglutì. Si stava di
nuovo trattenendo dallo svenire.
Quando tutti e due passarono oltre, la porta dietro di loro svanì.
Dopo un attimo di smarrimento,
Dante riprese il controllo e ricominciò a seguire Virgilio, fino a che non incapparono in una lunghissima fila di persone.
-Tutti i morti di oggi. Forse anche di ieri..
La fila è sempre lunga e c’è solo un diavolo che si
occupa di traghettare le anime., Caronte.-
Alzò lo sguardo per vedere dove finisse la fila, ma non ci riuscì. Vide solo un piccolo angelo, che lasciò cadere una lettera.
Una voce tutto d’un tratto urlò: -Dante Alighieri e
Publius Vergilius Maro, venite avanti!-.
La coppia si fece strada tra tutti quei morti che li
guardavano con avversità, dato che era stato concesso loro di saltare
la fila.
Giunti alla fine della lunga
coda, trovarono un diavolo con corna nere ed occhi rossi, che li
osservava attentamente , con
la lettera in mano.
-Virgilio! Chi si rivede! Sei tu quindi l’accompagnatore
del vivo? Avevo sentito che Dio
voleva far entrare qualcuno nel nostro mondo, ma non immaginavo questo… nasone.-
Disse Caronte.
- Lui è il più grande poeta italiano
mai esistito, ed ora facci passare!- Ordinò
Virgilio.
Dopo un lungo viaggio in barca, che Dante non aveva retto molto bene, vomitando almeno tre volte, giunsero nel Limbo.
Virgilio lo invitò ad entrare in casa sua. Dentro erano presenti tantissimi scaffali, con una moltitudine di libri, tutti riportavano lo stesso titolo: L’Eneide.
Infatti Virgilio anche nell’ aldilà non aveva mai smesso
di modificare il suo poema, e sul tavolo ne
stava completando una nuova versione.
Sullo stesso tavolo c’erano una Bibbia ed un crocifisso,
costruito dal poeta, con i rami dell’unico albero non incenerito nell’Inferno.
Il giorno seguente Virgilio
svegliò Dante, porgendogli una borsa.
-Qui dentro c’è la fionda di Davide, la stessa che ha ucciso Golia. Se me lo stai per chiedere no, non parleremo con lui, è tra i violenti e non voglio stare con quella gente. La fionda ti servirà per proteggerti ma ricorda, non si può uccidere chi è già morto.
C’è anche un libro dove potrai appuntare ciò che vedremo. Ora partiamo senza indugiare oltre.-
Dante nella Divina Commedia tralasciò alcuni dettagli imbarazzanti della sua avventura, come quando la bufera che tormentava i lussuriosi gli fece cadere dalla testa la corona d’alloro e chiese aiuto ad ogni anima dannata per ritrovarla, o di quando Virgilio gli mostrò come avesse ammaestrato Cerbero, usandolo come cane da riporto. O di come dovette tapparsi le orecchie nel cerchio dei bestemmiatori che, colpiti dalla pioggia di fuoco… bestemmiavano.
Nonostante tutto, Dante e Virgilio non furono mai attaccati direttamente dalla perduta gente degli inferi. Questo grazie al crocifisso di Virgilio, che teneva lontani le anime dannate e gli spiriti maligni.
Una volta arrivati
all’accesso per il Purgatorio, sentirono una voce dietro
di loro:-
PENSATE DI POTER FUGGIRE DAL MIO REGNO??-
I due si voltarono e videro un enorme diavolo
con il simbolo di una mano sul
petto. Era Lucifero.
Con un ruggito possente
la creatura circondò
Dante e Virgilio con delle altissime fiamme.
Virgilio allora tirò fuori dalla borsa il suo crocifisso e disse:- Stai indietro, essere
immondo! Tu non puoi passare
oltre!-
- QUESTO LO VEDREMO….-
Lucifero colpì il terreno con il piede, facendolo tremare. Virgilio cadde sopra il crocifisso, che si ruppe.
Dante allora prese la fionda.
Fece girare la corda con la mano, prendendo la mira. Doveva colpire il segno della mano che presentava sul petto, la mano che Dio usò per scaraventarlo giù dal Paradiso. Doveva essere quello il suo punto debole. Dante lanciò la pietra, colpendo il petto di Lucifero, che si accasciò a terra, dolorante, per poi sgretolarsi e scomparire.
- Non è morto- disse Virgilio. - È stato
umiliato.
Proseguirono, aprendo
la porta del Purgatorio ma, una volta aperta, uno sciame di anime perdute
iniziò a rincorrerli.
Il crocifisso si era rotto e loro non avevano
più protezione.
Iniziò una corsa disperata e, anche se nessuno dei due poeti era molto
atletico, diedero il meglio, sfrecciando per sfuggire alla morte o anche
solo al dolore.
Riuscirono a seminare i peccatori e si ritrovarono davanti alle scale per il Paradiso. Non ti posso accompagnare oltre- disse Virgilio.
-Da ora la tua guida sarà Beatrice-
Dante non voleva abbandonare quello che una volta era il suo poeta preferito, ma che ora era suo amico, in un posto come l’Inferno.
Tuttavia era contento di rivedere Beatrice, che si presentò prendendolo per mano. Virgilio era visibilmente triste, ma non voleva mostrarlo e quindi si girò di spalle. Dante trascorse uno dei momenti migliori della sua vita, Beatrice sembrava amarlo e lui sapeva che prima o poi si sarebbero rincontrati.
La donna angelo condusse il poeta al cospetto del Signore. Il viaggio stava per finire. Dante non riuscì a vedere Dio chiaramente, dato che emanava moltissima luce. Si inchinò, chiedendosi se potesse fare anche di più. Però sentiva il bisogno di dire qualcosa.. e lo fece. Oh mioDio, mio Creatore, Tu sai bene che ti sono molto devoto, ma vorrei chiederti una cosa…-
La luce si mosse e Dante vide una mano che indicava un punto. In quel punto c’era Virgilio, che si stava facendo bagnare la fronte da un prete. Aveva delle vesti pulite, non più sporche di fango e cenere. Dante era felicissimo, stava piangendo. Prima sarebbe svenuto, ma Virgilio gli aveva insegnato a contenersi.
Virgilio si avvicinò a Dante.
- Prima che tu ritorni sulla terra… ecco a
te.- Virgilio porse un libro
a Dante.
-L’Eneide definitiva. Spero ti piaccia.-
Beatrice condusse Dante al portale per ritornare sulla terra. Si salutarono, poi Dante varcò il portale. Era di nuovo a casa. Era notte. Dante dalla finestra ripensò al Paradiso, guardando quel cielo pieno di stelle.
Bravissimo Tommaso, complimenti
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