Esperienze didattiche e raccolta di video, documentari, disegni, articoli di giornale, realizzati a scuola

mercoledì 24 marzo 2021

Gabriele P 3A


 Viaggio immaginario ispirato alla Divina Commedia di Dante


Correva l’anno 3050 ed io, Capitano James Freeman del pianeta Venere, insieme alla mia squadra di soccorso, trovammo una navicella vagante nello spazio. Grazie al teletrasporto potemmo ritrovarci sul ponte di comando.

La nave era molto piccola, apparteneva ad un’epoca passata, date le tecnologie presenti in essa, come per esempio vecchi computer Mcintosh classic . Era molto trasandata, non c’era illuminazione di alcun tipo; il pavimento e le pareti erano ricoperti di una strana sostanza viscosa e fosforescente mai vista prima. 

Ci dividemmo in squadre per cercare dei segni di vita, ma nulla. Non c'era anima viva in quel luogo.

Grazie a questa esplorazione trovammo un HOLOVOX ancora funzionante; uno strumento molto arretrato per registrare degli audio o dei diari vocali. Io e i miei compagni visionammo le registrazioni che erano presenti, la maggior parte erano delle istruzioni / guide per riparare la nave. Poi ci saltò agli occhi un audio di lunga durata, si intitolava “Chiunque lo trovi, lo ascolti!”

Facemmo partire l’audio.

LEON: “Chiunque voi siate, vi prego di ascoltare questo avvertimento: attenzione a delle strane uova nello spazio. Si tratta di pericolose spore che generano infezioni in tutto il corpo, se ne verrete a contatto. In questo caso l’embrione di un alieno si impossesserà del vostro corpo e dopo un mese dal contatto si genererà una forma extraterrestre. Per avvertimento, vi racconto come tutto è degenerato. Sono il Capitano Leon, appartenente alla flotta terrestre. Data astrale 2020.03. Ero in missione per scoprire nuovi mondi. Con il mio equipaggio atterrammo sul pianeta Scisd-42 per effettuare degli studi sul luogo. Da subito ci incuriosirono delle strane forme ovali sul terreno, con un cappello a fungo sopra di esse. Erano di un colore violaceo con gradazione di grigio e di verde.

Per farla breve, portammo questa specie di uova sulla Terra, per ulteriori esami scientifici in laboratorio.

Purtroppo scoprimmo che quelle “cose” erano molto pericolose perché emanavano spore che, se inalate, provocavano la nascita di un embrione alieno.

Purtroppo l’extraterrestre generato dalle spore, riuscì a fuggire dal laboratorio e a diffondersi per tutto il pianeta.

L’umanità era a rischio…bisognava fare qualcosa, agire in tempo. Furono consultati scienziati e studiosi per trovare una soluzione.

Nei vecchi archivi della Biblioteca Nazionale fu trovato accidentalmente un antico manoscritto. Esso descriveva come nella Divina Commedia di Dante (antico scrittore italiano) ci fossero delle indicazioni su delle forme di vita extraterrestri. Il libro era scritto in una lingua misteriosa, a noi sconosciuta, ma decifrabile da parte di studiosi appartenenti alla setta segreta chiamata “Il circolo Dante”.

Grazie al loro aiuto riuscimmo a capire come agire. Ci recammo di nuovo sul pianeta Scisd-42. Appena atterrati, cercammo il luogo descritto da quella che per noi era l’unica guida: il manoscritto.

Vagammo per molto tempo in quel luogo deserto, caratterizzato da molte stalagmiti e grandi dune di sabbia. Dopo aver camminato a lungo, vedemmo dei bagliori provenire da lontano. Nell’avvicinarsi, scoprimmo che si trattava di alberi perennemente in fiamme che mai si consumavano.

Questi alberi facevano come da corona ad una voragine profonda a forma di imbuto.

“Evviva!” pensammo “Abbiamo trovato il luogo designato!”. Il nostro scopo, come indicato dal testo antico, era quello di trovare il demone Lucifero, un essere orribile e malvagio, caduto dal cielo per punizione divina nella voragine dove tutt’ora è incastrato, in un lago di ghiaccio.

Quello che a noi interessava era procurarci quell’acqua congelata che avrebbe corroso gli alieni.

Pronti per la missione ci tele trasportammo nella prima parte della voragine (denominata” girone” nel testo dantesco). Tutto era buio, ma noi con le nostre potenti torce riuscimmo ad illuminare l’ambiente. Quello che si presentò ai nostri occhi, fu qualcosa di straordinario, quasi irreale. Vedemmo degli esseri non umani, di carnagione rossastra, la bocca grande con denti aguzzi. Erano di corporatura esile, bipedi e al posto delle gambe avevano delle zampe di capra. Sulla schiena erano presenti quelle che sembravano delle ali simili a quelle dei pipistrelli. Furono sorpresi dalla nostra venuta, ma subito la loro espressione stupita fu sostituita da un ghigno malefico. Provarono ad attaccarci, ma noi li fermammo stordendoli, con le nostre pistole faizer. Uno di loro, forse il capo, si riprese subito e cominciò a parlare:” Chi siete voi? Da dove venite? 

Non potete stare qui”. Stavo per rispondere, ma ad un tratto una voce recitò delle parole a noi sconosciute che fecero scappare i demoni:” Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare”.

Si palesò a noi, una figura eterea, uno spirito avvolto nella nebbia… Chiesi incuriosito:” Chi sei tu che ci hai difeso?” Lo spirito non capiva la nostra lingua, quindi usammo il traduttore universale.

 Ed egli rispose:” Sono il Sommo Dante, grande poeta di secoli fa… cosa fate, o voi qui in questa terra infernale? Lasciate ogni speranza o voi che entrate!”

Io sbalordito, presi coraggio e risposi:” O sommo Poeta, siamo qui perché abbiamo seguito le indicazioni contenute nel tuo manoscritto segreto. Veniamo dal futuro, dalla Terra. Molte cose sono cambiate rispetto alla tua epoca. Dobbiamo assolutamente procurarci il ghiaccio di Lucifero per salvare il pianeta.

Dante stupito ci chiese:” Ma, o brava gente, quale orribile sventura è mai successa? E la mia Firenze è salva?”

“Questo non lo sappiamo, ma se vuoi che la tua città sia al sicuro, aiutaci. Il nostro pianeta è succube di forme aliene che stanno pian piano decimando l’umanità.”

“E’vero, ricordo vagamente la mia profezia… me la confidò Virgilio, la mia guida e maestro. Io ero incredulo, ma decisi comunque di lasciarne testimonianza per i posteri, casomai si fosse realmente avverata”.

Ci dirigemmo alla fine della voragine, passando per la città di Dite, poi per la ripa scoscesa, attraversammo il pozzo dei giganti arrivando infine da Lucifero: il male personificato. 

“Oh no, ancora tu!” disse Lucifero. “Vedo che hai portato degli ospiti con te! Sono dei peccatori, be’ ecco… avevo un certo languorino…”

Il Poeta cominciò a parlare in una lingua che solo i demoni potevano capire ed il nostro traduttore universale non riusciva a decifrarla. Il suo intento era tenere impegnato Lucifero mentre noi di nascosto recuperavamo il ghiaccio con dei contenitori speciali per la conservazione.

Riuscimmo nell'impresa e, all’improvviso, avvolti in una nuvola di fumo, straordinariamente uscimmo a riveder le stelle.

Dante poi ci mostrò un luogo chiamato Purgatorio, dove si trovano le anime in attesa di essere sdebitate dai loro peccati.

Chiesi: “O Dante, siamo colpevoli per aver fatto avverare la profezia, avendo portato le spore sulla Terra?” E lui: Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”. L’obiettivo dell’essere umano è cercare di perseguire la conoscenza e distinguersi dagli animali”. Ora è tempo che voi andiate , dovete salvare la nostra Terra e la mia amata Italia”.

Il Capitano Leon chiese:” Ma il Paradiso, non lo vediamo?” E Dante:” Non c’è tempo, dovete sbrigarvi, la profezia sta per giungere al termine e questa non è cosa buona”.

Commosso dalle sue parole, lo salutai con grande rispetto ed ammirazione.

Avvolti sempre da una nuvola di fumo, ci ritrovammo al luogo di partenza, vicino alla nostra astronave dove salimmo per ritornare a casa e sconfiggere il nemico.

Sfortunatamente, durante il viaggio, ci fu un’avaria ai motori. Decisi di inviare una capsula sulla Terra, contenente il ghiaccio raccolto ed un messaggio che spiegava la nostra avventura.

Il futuro della Terra era salvo, ma purtroppo il Capitano Leon non lo poté mai sapere.


Nessun commento:

Posta un commento