Il vero inferno di Dante
Tutti i ragazzi si girarono verso di loro increduli. Durante la ricreazione il professore confidò ai due ragazzi che Virgilio fosse suo antenato visto che i due non avevano fatto caso al suo cognome, e iniziarono a parlare delle loro origini passeggiando in corridoio. In quella scuola era il primo giorno anche per il professore. Tra le tante porte del corridoio si soffermarono su una: era una vecchia porta di legno chiusa con davanti una grata di ferro con un lucchetto e con incisa la frase "Lasciate ogne speranza, voi ch'entrate". Proprio la frase che si trovava sull'immaginaria porta dell'inferno della "Divina Commedia". Perché era incisa lì nessuno lo sapeva, e i tre si sentirono chiamati in causa.
Chiesero alle collaboratrici della scuola e agli altri docenti dove fosse la chiave, ma loro non ne sapevano nulla. Dopo mesi di ricerche, scoprirono che la chiave si trovava in un ciondolo di una collana di Noemi regalata dalla madre, ma ce n'era solo metà e trovarono l'altra in una scatolina nella cantina di Leo. Unirono i pezzi di chiave e aprirono la porta: nella stanza non si trovava niente di spaventoso ma solo una lettera d'amore firmata "Dante" per la sua Beatrice, con scritto che in realtà l'inferno originale della "Divina Commedia" non era quello dei peccatori, ma il posto in cui si sentiva senza di lei, perché non potevano stare insieme. Trovarono anche una bottiglietta con scritto sopra: "riporta-vita per una vita insieme x2". è veramente ciò a cui stiamo pensando tutti?
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