La cupa selva infinita
di Ludovica
“Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai in una selva oscura che la diritta via era smarrita…”
Mentre cammino mi guardo intorno e non vedo nessuna anima viva ne i miei familiari o amici,questo posto è oscuro nero ed infelice,mi sento circondata da una fitta oscurità.
Non vedo nulla allora mi riguardo intorno ed incomincio a correre per scappare da questa strada che sembra mi voglia ingerire.Ad un certo punto non ho più forze per correre,sono debole e affaticata,allora provo a sedermi da qualsiasi parte mi capiti; mi siedo e provo a ragionare in quale strano luogo mi ritrovo. Poi iniziano a scendere lacrime, prima una poi due, tre… fino a riempire un mare di lacrime amare.
Mi sento impaurita,sola senza speranza come se il mondo si fosse rivoltato contro di me,ho soprattutto paura che le persone care a me ,amici o parenti, mi abbiano abbandonata e non mi abbiano mai amata oppure il timore che io le abbia deluse profondamente, come un gattino che viene abbandonato sul bordo di una strada senza conoscere come sia fatto il mondo.
Tutto questo secondo me è a causa del mio carattere, introverso che si chiude in se stessa faticando a socializzare con le persone, sembrando esteriormente una persona “strana”.Questo carattere ha fatto allontanare molte persone decisamente troppe soprattutto amici che io credevo “veri”. Questo problema ormai mi perseguita da un bel pò come un pensiero che si ripete continuamente nella testa senza una fine.
Questa foresta la vedo ogni giorno e cerca sempre di divorarmi e portarmi nel suo profondo abisso fosco. Ma magicamente in qualche modo alzo lo sguardo e mi appare una figura di luce mi sembra sia un uomo, si sta avvicinando sempre di più e mentre si avvicina risplende questo luogo, allora in quel preciso istante riconosco chi è… è il mio caro nonno che viene da me e mi sussurra all'orecchio che ce la posso fare ad uscire da questo orrendo posto e che quando starò male e avrò bisogno di qualcuno lui sarà sempre lì a incoraggiare e riportarmi sulla diritta via. Mi prende la mano e mi dà delle cuffiette collegate ad un filo senza fine con la mia musica preferita, a quel punto lo abbraccio e sparisce nel nulla. Allora io metto le cuffiette per non ascoltare il misterioso rumore del silenzio assordante.Le cuffiette mi aiutano a sentirmi a casa, continuo a camminare ascoltando il dolce suono della musica in quell’ istante vedo una porta enorme che risplende di luce magica. Ho paura ad entrare ma la curiosità e il coraggio sono più forti di me allora entro e l’amara vita mi accoglie tra le sue braccia riportandomi alla realtà.
“E quindi uscimmo a riveder le stelle”.
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