Esperienze didattiche e raccolta di video, documentari, disegni, articoli di giornale, realizzati a scuola

venerdì 25 marzo 2022

Giordano. IC A. Manzi

 La quarta cantica


di Giordano


L’ anno scorso, precisamente, il venticinque marzo, andai in vacanza a Firenze, per ammirare i suoi monumenti e dove visse il Sommo Poeta Dante Alighieri, per questo affittai una casa nel quartiere dantesco, vicino alla torre di Dante, la torre della castagna.

Dopo aver sistemato per bene i bagagli, mi misi a girare per le strade del quartiere; poi avvertii una leggera sete, allora decisi di recarmi in un bar per chiedere un bicchiere d’ acqua, bisbigliai i signori accanto a me e sentii parlare di una sorta di memoriale per Dante, mi avvicinai per capire meglio, gli chiesi: “Buona sera, scusate il disturbo ma non riesco a fare a meno di chiedervi di cosa stiamo mormorando!”                                                           “Buona sera, stiamo parlando della festa che daremo sta sera a casa nostra, se vuole, e’ invitato.” Mi rispose la moglie.                                                                                                                                                                     

“Molte grazie, accetto volentieri il vostro invito, ma … Dove vivete esattamente.” Risposi.                                           “Noi siamo proprietari di quella che una volta era la casa di Dante!” Rispose il marito con prontezza e vanto.         “Magnifico! Allora a questa sera!” Risposi io allegramente.

Di quella sera non ricordo più di tanto, ma solo la cosa essenziale da raccontarvi: La gente era molta e le sedute quasi al completo, allora mi mandarono a prenderne altre in soffitta, in soffitta notai un cofanetto abbastanza insolito e misteriosa, mi incuriosì, allora l’ aprii e ci trovai dei testi dentro, chiesi ai proprietari se potevo portarli casa, loro erano d’accordo. 

Il giorno dopo iniziai a leggerli e scoprii che era, probabilmente, il testo originale della Divina Commedia, però non era esattamente uguale alla Divina Commedia: nella Divina Commedia, Dante racconta di aver completato il suo viaggio verso la purificazione dei peccati, in questo testo, invece racconta di non avercela fatta e si fa presente l’ esistenza di una quarta cantica, il quale nome non viene detto.

Questa cantica, era per chiunque in vita ha avuto tanto successo, ma che non riuscisse a purificarsi; chi ci accedeva doveva prepararsi a ripetere la sua vita come animale; ogni uomo, nella sua nuova vita, era l’ animale che lo rappresentava di più caratterialmente, Dante, nel testo, viene raffigurato come la fiera che lo spaventò di più, la lonza.

Questa cantica non era suddivisa in celi, ne’ in cornici, tanto meno in gironi, ma era suddivisa in rilievi, chi aveva un carattere più duro, si trovava più in alto e nella sua prossima vita si mutava in animali più feroci e più predominanti, il contrario per chi fosse l opposto.

Come Lucifero nell’ inferno, in questa cantica c’èra Medusa, fu lei a mandare all’ inferno, vendicandosi di loro,  le tre belve, che in vita erano Atena, Poseidone e Perseo. Medusa ottenne l’ abilità di trasformare in animali, con un morso dei suoi serpenti, chi all’ entrata della cantica prosegue tutto il percorso per rinascere. 


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