Esperienze didattiche e raccolta di video, documentari, disegni, articoli di giornale, realizzati a scuola

venerdì 25 marzo 2022

Alice. IC A. Manzi

 La vita è una divina tragedia


di Alice


Ogni giorno mi sembra di vivere come se fossi in una serie in cui la protagonista è una ragazza goffa e sfaticata, che fatica a tenere il passo con gli altri. Studiando Dante ho capito che la Divina Commedia Dante, scritta ispirandosi alla vita di tutti i giorni, è anch’essa suddivisa in Inferno, Purgatorio e Paradiso. Per un qualsiasi studente l’Inferno non può essere nient’altro che la scuola, quel luogo in cui ci mandano “per il nostro bene”, ma è come quando da piccola mi dicevano che andavamo al parco e invece andavamo dal dottore. Questo luogo infernale è suddiviso in due gironi, quello elementari e quello delle medie, rispettivamente divisi in cinque e tre fosse. Nella prima fossa del girone elementari troviamo i primini, quei bambini fastidiosi che si credono tanto grandi perché non sono più alla materna e guardano tutti dall’alto in basso; la loro pena è essere costretti ad imparare a scrivere in stampatello nonostante verranno in seguito obbligati a scrivere in corsivo. Nella seconda fossa troviamo i superbi che sono la versione peggiore dei primini: come loro infatti si credono tanto grandi quando sono alti un metro e un succo di frutta ma a differenza dei primini i superbi lo fanno con classe. La punizione di questi esseri altezzosi è di esser costretti ad abbandonare la penna cancellabile e cominciare ad usare la penna normale. Nella terza fossa si trovano gli indifferenti: a loro non interessa niente di nessuno e pensano solo a loro, cosa che da una parte li rende maggiormente apprezzabili rispetto agli altri due: la pena di questi individui è di sorbirsi le sgridate delle maestre perché non sono più piccoli ormai. Nella penultima fossa troviamo i maliziosi: pieni di sé e con una lingua lunga quanto un serpente che attacca chiunque gli venga tra le mani. La punizione di questi piccoli pettegoli è quella di sentire tutti dirgli che l’anno prossimo avranno la prova invalsi. Nell’ultima fossa del girone elementari troviamo i violenti: essi sono umani di appena undici anni e sono pronti a difendere il loro onore da “bambini con l’età a due cifre” con le unghie e i denti. La pena che queste bestiole devono subire è che ogni giorno gli verrà ricordato dell’imminente passaggio dalle elementari alle medie. Solitamente con il passaggio da un girone all’altro c’è una cerimonia chiamata Open Day, in cui ti fanno quasi pensare che la scuola sia un bel posto, ma in realtà hanno promesso agli alunni che hanno partecipato l’annullo dei debiti. Nella prima fossa di questo nuovo girone troviamo i vecchi primini, non troppo diversi dai primini del girone elementari: anch’essi si sentono grandi perché non sono più alle elementari, ma al contrario dei primini un minimo di maturità ce l’hanno. La loro punizione è di dover adattarsi ai nuovi ritmi e alle valanghe di compiti di questo girone. Nella seconda fossa troviamo i vecchi indifferenti e, come a quelli della terza fossa del girone elementari, a loro non importa niente di nessuno anche se, essendo nel mezzo, sanno tutto di tutti. La loro pena è sentire ogni giorno che agli esami manca solo un anno. Infine nell’ultima fossa troviamo i supremi: essi sono i più grandi della scuola, rispettati e temuti da tutti per la loro punizione. Ma alla fine l’unico potere che hanno è quello di poter guardare tutti dall’alto in basso, poiché sono gli unici abbastanza alti da farlo con tutti. A capo di tutto ciò c’è la preside con le sue fedelissime consigliere, le insegnanti. Esse sono aiutate dai bidelli, meglio conosciuti come collaboratori scolastici, che pattugliano i corridoi in cerca di dannati che cercano di sfuggire alla loro pena. Una volta terminati questi due gironi c’è anche quello liceale, che non starò a descrivere perché non ho ancora avuto la sfortuna di sperimentare. Subito dopo questo si apre il purgatorio, diviso in due strade: la strada del lavoro, che può essere quello che sognavi fin da bambino o uno che hai trovato perché hai bisogno di soldi, e la strada dell’università, che ti permette di andare avanti di dieci livelli e avere più possibilità di trovare il lavoro che desideri. Queste strade si trovano nel purgatorio poiché possono essere entrambe il tuo migliore amico o il tuo peggior nemico, soprattutto se non hai voglia di fare nulla e tua madre ti ha detto che se non fai qualcosa ti caccia di casa. C’è una terza strada, una scorciatoia a dirla tutta, chiamata disoccupazione, e molti la usano solamente per avere il reddito di cittadinanza e poter poltrire sul divano. Dopo tutta questa fatica, un posto dove riposare ci vorrebbe proprio, e mentre penso queste parole uno spiraglio di luce illumina una figura indistinta: aguzzo gli occhi e alla sola vista di quel posto paradisiaco mi rilasso, perché so che finalmente posso rilassarmi. Di cosa sto parlando? La mia casa, ovvio. Naturalmente anche il Paradiso è diviso in fosse, messe in ordine da quella che mi piace di meno alla mia preferita. La fossa numero cinque è il posto comunemente chiamato ripostiglio, in cui c’è l’asciugatrice e scorte di cibo che basterebbero a sfamare un esercito per tre mesi. L’unica pecca di questo posto è il suo essere molto piccolo e buio, e in questo modo non riesco a vedere il cibo. Nella quarta fossa c’è il salone, l’ampio spazio in cui si svolgono la maggior parte dei litigi, e più sono più drama per me. Questa cosa può essere anche uno svantaggio perché se litigo con mia sorella in salone arriva subito mia madre a separarci e il divertimento finisce. Salendo sul podio troviamo al terzo posto la cucina: un posto bellissimo che puoi saccheggiare quando ti pare a meno che non c’è qualcuno a controllarti, il posto in cui si trova ogni tipo di delizia e bevanda e magari trovi anche qualche contenitore vuoto che è stato rimesso a posto per pigrizia. Il lato brutto della cucina è che a volte trovo mia madre intenta a sperimentare nuove ricette, e tutta casa si contamina della puzza dei suoi piatti fuoriclasse. Al secondo posto c’è il bagno: una scelta un po’ strana per molti, ma che ha una spiegazione specifica. Infatti in bagno io non ci vado per lavarmi o fare i miei bisogni, ma per avere un pochino di silenzio e tranquillità mentre ascolto della musica. Va tutto perfettamente fino a quando qualcuno non bussa e mi dice di uscire perché se la stanno facendo sotto. E infine il top del top, la ciliegina sulla torta del paradiso, signori e signore, nella fossa numero uno c’è la camera da letto: l’unico posto in cui nessuno mi può disturbare, in cui posso fare quello che voglio e quando lo voglio, il posto in cui ci sono tutte le mie cose, tutti i miei averi e i miei risparmi. Questo luogo paradisiaco è fornito di ogni tipo di relax ed è l’unica stanza della casa che mi è permesso di personalizzare. Ma ovviamente nemmeno il paradiso è privo di ogni traccia dell’Inferno: davvero il mondo pensa che ci sia un posto privo di ogni male? Persino nella parte più remota del paradiso le forze del male riescono a penetrare: chi sarà mai questo essere crudele? Mia madre, ovvio. Una sottoposta di Satana che si spaccia per umana, venuta per tormentarmi lasciando la porta spalancata quando esce, lamentandosi continuamente che la mia camera è in disordine e entrando nel mio territorio senza bussare. Insomma, Dante non è stato realistico nel descrivere il paradiso, o forse ha volutamente lasciato da parte il suo lato oscuro, per convincere tutti che il Paradiso è privo di ogni male, anche se secondo me è un errore molto grande.


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