VI SIETE ACCORTI? DOPO 700 ANNI E’ VISIBILE NEI PRESSI DELL’INFERNO DANTESCO LA CUNA MALEDETTA DEI SAPIENTI
Mio fedele amico Gabriele,
oggi ti condurrò in un luogo da dove non vi è ritorno per le anime dannate che qui giacciono da migliaia di anni.
Saliremo questa collina sporca e fangosa. Li vedi? Scivolano giù come maiali nelle loro feci, non degni di pulizia, né fuori né dentro.
Vedi, mio caro compagno, qui in basso abbiamo una delle categorie più vergognose di tutte: i giudicatori. Tutte quelle persone che nella vita hanno aperto la bocca e hanno dato fiato senza sapere; tutti coloro che hanno puntato il dito e non si sono accorti che le altre quattro erano rivolte verso loro stessi. Sono oggi condannati alle peggiori umiliazioni: nudi come vermi, frustati da tutti e derisi.
Ma vieni, saliamo più su.
Qui sopra ci sono quelli che definiscono “sapienti”, coloro che credono di sapere tutto basandosi sulle appartenenze,ma che in verità non sanno proprio nulla. Hanno peccato di stoltezza e presunzione. Per loro una condanna esemplare: sono condannati a grattare i muri e respirare la polvere. Sono sempre sporchi e annebbiati. Vedi quella donna lì in un angolo? Con il volto bianco e il naso colante di sangue? Nella sua vita ha sempre giudicato tutto e tutti, senza mai guardare oltre l’apparenza…
Così è morta sola e disperata. Ora vaga lì in preda ad emorragie e sversamenti. Che cosa orrenda parlare e non capire il male che si fa.
Guarda, c’è un pollo. Prendilo e togli alcune sue penne.
Scendiamo la collina e spargiamo le penne, una ad una.
Senti che vento caldo e bollente soffia…
Le penne si stanno spargendo ovunque.
Bene, ora, caro Gabriele, torna indietro e raccoglile tutte.
Come dici? Non riesci? E’ impossibile?
Hai ragione.
Questo è quello che accade con le parole: una volta dette, una volta che hanno ferito, è molto difficile tornare indietro.
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