Esperienze didattiche e raccolta di video, documentari, disegni, articoli di giornale, realizzati a scuola
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domenica 28 febbraio 2021

Incontro con l'autore Fabrizio Altieri

In questo ultimo mese abbiamo letto il romanzo  “L’uomo del treno” di Fabrizio Altieri. 

Un romanzo pieno di emozioni, ambientato nel periodo della seconda guerra mondiale, dove crudeltà e vigliaccheria la facevano da sovrane, ma non qui, non questa volta…

Nel libro infatti viene raccontata la storia di un gruppo di partigiani che elaborano un piano, pericoloso quanto insolito per il tempo, per salvare un gruppo di ebrei dalla deportazione, scambiando il loro vagone con un vagone vuoto. 

A dispetto del coraggio e delle buone intenzioni però, il salvataggio non fu così fortunato. Nel vagone sostituito non c’erano tutte le persone che avevano immaginato e sperato di salvare, ma solo un uomo, un professore di matematica alla disperata ricerca di sua moglie e sua figlia.

Abbiamo letto questo libro in varie tappe, raccontandoci e confrontandoci in classe, la parte più interessante però è stata quella dell’incontro con l’autore. Il 18 febbraio, ovviamente visti i tempi in modalità on line, noi con altre due classi terze, ci siamo incontrati con l’autore. Ogni classe ha preparato un lavoro per accoglierlo: 

La terza A, ha proposto una lettura drammatizzata di un brano estratto dal libro, la terza H ha realizzato un cartellone dal titolo “Anatomia testuale di Giuliana” la protagonista del romanzo ed infine la terza E ha elaborato un power-point di presentazione de “L’uomo del treno” con trama, luoghi, personaggi e informazioni sull’autore.

 Abbiamo avuto modo di fare domande. Ne abbiamo fatte tante e a tutte abbiamo avuto risposte esaustive. Quella che mi ha colpito di più, perché a mio avviso ha sintetizzato lo spirito del libro, è stata:” Perché ha deciso di far morire due personaggi principali?”

“Perché purtroppo il periodo è stato quello che è stato ed ho voluto sottolineare che nessuno si poteva salvare, solo i più fortunati”


È stato bello il confronto con questo autore, sia perché avere l’opportunità di conoscere chi ha scritto un libro che ti è piaciuto è sempre una gran fortuna, sia perché Altieri ha un modo di parlare con gli studenti a mio avviso fantastico, limpido, sincero, alla mano. 

Un libro scritto con il cuore, in grado di emozionare, perché così come ha detto lui: “Se si vuole emozionare il lettore, ciò che si scrive deve emozionare prima lo scrittore”.

Sicuramente una bella esperienza, ovviamente sarebbe stato meglio dal vivo ma… accontentiamoci aspettando tempi migliori.

                                                                                                        Jacopo Quagliarella IIIA


LAVORO DELLA III E



LAVORO DELLA IIIH





martedì 26 gennaio 2021

Liliana Segre, Enrico Mentana, La memoria rende liberi

Un conto è guardare e un conto è vedere, e io per troppi anni ho guardato senza voler vedere.” 

Liliana ha otto anni quando, nel 1938, le leggi razziali fasciste si abbattono con violenza su di lei e sulla sua famiglia. Discriminata come “alunna di razza ebraica”, viene espulsa da scuola e a poco a poco il suo mondo si sgretola: diventa “invisibile” agli occhi delle sue amiche, è costretta a nascondersi e a fuggire fino al drammatico arresto sul confine svizzero che aprirà a lei e al suo papà i cancelli di Auschwitz. 

Dal lager ritornerà sola, ragazzina orfana tra le macerie di una Milano appena uscita dalla guerra, in un Paese che non ha nessuna voglia di ricordare il recente passato né di ascoltarla. Dopo trent’anni di silenzio, una drammatica depressione la costringe a fare i conti con la sua storia e la sua identità ebraica a lungo rimossa. “Scegliere di raccontare è stato come accogliere nella mia vita la delusione che avevo cercato di dimenticare di quella bambina di otto anni espulsa dal suo mondo. E con lei il mio essere ebrea”. 

Enrico Mentana raccoglie le memorie di una testimone d’eccezione in un libro crudo e commovente, ripercorrendo la sua infanzia, il rapporto con l’adorato papà Alberto, le persecuzioni razziali, il lager, la vita libera e la gioia ritrovata grazie all’amore del marito Alfredo e ai tre figli. Un racconto emozionante su uno dei periodi più tragici del secolo scorso che invita a non chiudere gli occhi davanti agli orrori di ieri e di oggi, perché “la chiave per comprendere le ragioni del male è l’indifferenza: quando credi che una cosa non ti tocchi, non ti riguardi, allora non c’è limite all’orrore”

https://rizzoli.rizzolilibri.it/libri/la-memoria-rende-liberi-3/


domenica 24 gennaio 2021

Fabrizio Altieri, L'uomo del treno

 

L'Orso e gli uomini che lavorano per lui alla falegnameria vedono passare treni tedeschi tutti i giorni. Sembrano carri bestiame, e loro non ci fanno nemmeno caso. Ma quando uno di quei treni rallenta, attraverso le fessure dei vagoni scorgono centinaia di occhi, occhi di persone. Poi cominciano a girare voci che parlano di campi di lavoro, dove vengono mandati anche donne e bambini e da cui la gente non torna più. E loro capiscono che non possono continuare a guardare passare i treni senza fare niente. Trovano il modo di sostituire uno dei vagoni tedeschi con uno vuoto, costruito da loro. Ma dopo l'enorme rischio corso, la delusione è cocente nello scoprire che proprio quel vagone ha un solo passeggero, l'unico che non voleva essere salvato. Andrea sta infatti cercando disperatamente di raggiungere la moglie e la figlia, deportate dal Ghetto di Roma. Viaggia con una valigia da cui non si separa mai e di cui rivelerà il contenuto solo arrivato nel campo... 

Età di lettura: da 12 anni.

FABRIZIO ALTIERI è nato a Pisa nel 1965. Dopo il diploma al liceo classico si è laureato in Ingegneria meccanica e attualmente insegna in un istituto tecnico. Ha cominciato a scrivere da ragazzino e a pubblicare nel 2006 storie per ragazzi e bambini. La passione per la scrittura lo porta in giro per le scuole di ogni ordine e grado a dialogare con gli studenti e gli insegnanti

https://www.giuntialpunto.it/product/8856657090/luomo-del-treno-altieri-fabrizio


Anne Frank, Diario


Giorno per giorno, dal lunedì 15 giugno 1942 al 1 agosto del 1944, una bambina olandese di tredici anni registra in un grosso quaderno la sua scoperta del mondo: angosce, illusioni, sogni e speranze rivelate a una immaginaria amica di nome Kitty. E' un'anima, questa della piccola Anna, che sboccia alla vita e all'amore nel chiuso di un nascondiglio, in una ovattata prigione familiare, braccata coi suoi dalle SS germaniche, murata viva nei pochi metri quadrati dell'"alloggio segreto". Mentre fuori la guerra divampa in tutto il suo furore, due famiglie, i Frank e i Van Daan, convivono qui unite da uno spaventoso destino, leggendo e litigando, pregando e imprecando, ascoltando i bollettini radio con l'orecchio sempre teso a ogni rumore esterno. In questo clima nascono i singolari appunti di Anna. "Non ho affatto intenzione di far leggere ad altri questo quaderno rilegato di cartone" ella scrisse all'inizio del diario. Non poteva immaginare certo che quelle paginette fitte di una minuta scrittura sarebbero non solo scampate al saccheggio della "Feld-Polizei", ma sarebbero rimaste a noi come un documento vivo e impressionante, una pura voce di poesia in mezzo all'orrore di un mondo selvaggio.

ANNE FRANK nacque il 12 giugno 1929 a Francoforte. Questa data, e quella della sua morte avvenuta nel marzo del 1945, è tutto quel che sappiamo di lei. Tre giorni dopo l'ultima lettera alla sua immaginaria amica, Anna fu prelevata dalla polizia nazista assieme alla famiglia e condotta a morire nel campo di torture e di sterminio di Bergen Belsen. 

http://www.scuolagaribaldi.eu/documenti/dipartimento_lettere/IL-DIARIO-DI-ANNA-FRANK.pdf


Nedo Fiano, Il coraggio di vivere

Settembre 1938. Nedo Fiano è un tredicenne sereno e felice che vive a Firenze con la sua famiglia. Improvvisamente le leggi razziali cambiano completamente la sua vita: Nedo è costretto a lasciare la scuola e gli amici, mentre il padre e la madre perdono il lavoro. Nel giro di pochi anni la famiglia Fiano è costretta a nascondersi per sfuggire alle retate dei fascisti. Purtroppo, però, una denuncia li fa arrestare. Inizia così la terribile odissea che li conduce ad Auschwitz. La madre viene uccisa all’arrivo e il padre, a breve, subisce la stessa sorte. Nedo si difende con l’ottimismo della giovinezza, le sue doti di cantante, la conoscenza della lingua tedesca imparata dal nonno e con il sostegno morale di un ristretto numero di amici che, come lui, hanno la sola colpa di essere ebrei.

Questo libro rappresenta la preziosa testimonianza di un viaggio a ritroso nella memoria, un viaggio doloroso e faticoso, ma per Nedo ricordare è un dovere, un debito alla memoria dei suoi familiari sterminati ad Auschwitz. Accanto alla severa denuncia del razzismo e della barbarie umana si impone su tutto il monito a non dimenticare.

Nedo Fiano nasce a Firenze nel 1925 da una famiglia di religione ebraica. Nel 1944 viene arrestato e deportato ad Auschwitz. Sopravvissuto ai campi di sterminio, torna in Italia e inizia la professione di manager presso importanti aziende. Al suo lavoro affianca un’intensa attività di conferenziere e testimone della Shoah presso le scuole e le università.

Fonte: https://www.rizzolieducation.it/catalogo/il-coraggio-di-vivere-0021900/