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venerdì 29 gennaio 2021

Train de Vie


















Titolo originale: Train de Vie
NazioneFrancia, Belgio, Romania, Israele, Pesi Bassi
Anno: 1998
Genere: Commedia, Drammatico
Durata:103h
Regia: Radu Mihăileanu
Cast:  Agathe De La Fontaine, Lionel Abelanski, Rufus, Clément Harari, Marie José Nat.
Produzione: Noè Productions, Raphael Film
Distribuzione in Italia: Istituto Luce
Musiche: Goran Bregović
Riconoscimenti: Ha vinto 1 premio David di Donatello e 1 premio Nastri d'Argento e tante nomination.

Trailer

Trama: 1941 - In uno shtetl, un insediamento ebraico dell'Europa dell'Est, Shlomo, il matto del villaggio, allerta i suoi compaesani di aver avuto una visione, che nei dintorni gli ebrei sono prelevati a forza dai militari nazisti. Si riunisce così il consiglio degli anziani, considerato che nella tradizione ebraica, le visioni di uno schnorrer si debbano prendere sul serio, dal momento che questi propone di organizzare un finto treno di deportati, con il quale fuggire in massa in Palestina passando per l'Unione Sovietica.

Ci si divide i compiti tra le parti, con alcuni degli ebrei travestiti da militari nazisti - istruiti alla lingua tedesca, priva dell'accento yiddish - e altri che impersonano i deportati. Giacché i villaggi vicini iniziano a sospettare, gli abitanti anticipano la partenza su un vecchio treno, assemblato con rotabili acquistati al momento in modo da sembrare un vero convoglio nazista, con tanto di vagoni piombati e vagoni-letto per i soldati.

Presto cominciano a sorgere problemi persino all'interno della comunità, con futili battibecchi di natura religiosa ed ideologica, tra i viaggiatori perfettamente calati nella parte del prigioniero e dell'aguzzino. Sulla via incontreranno non poche difficoltà, tra autorità locali sospettose e forze militari allertate, evitando il peggio solo grazie ad eccezionali espedienti.

Quando sembrano sul punto di essere fermati da una truppa motorizzata nazista, si scopre che si tratta di una carovana di zingari, anche essi travestiti. Lo squinternato treno riesce a raggiungere il confine sovietico, e i suoi passeggeri la loro salvezza per la Palestina. Purtroppo tutta la vicenda si rivela essere solo il frutto dell'immaginazione del giovane Shlomo, che in realtà si trova in un lager a raccontare questa storia fantastica.

Fonte Wikipedia

 

lunedì 25 gennaio 2021

Schindler's List

 


Titolo originale
: Schindler's List

Tratto da: Tratto dal libro di Thomas Keneally è la vera storia di Oscar Schindler, industriale tedesco.

Nazione: USA

Anno: 1993 

Genere: Drammatico

Durata: 195’

Regia: Steven Spielberg

Sito ufficiale:

Cast: Liam Neeson, Ben Kingsley, Ralph Fiennes, Caroline Goodall, Jonathan Sagall, Embeth Davidtz, Malgoscha Gebel.

Produzione: Branko Lustig, Gerald R. Molen, Steven Spielberg.

Distribuzione: UIP 

Data uscita: 11 Marzo 1194 (cinema), 24 Gennaio 2019 (cinema)

Riconoscimenti: Il film ha ottenuto 12 candidature e vinto 7 Premi Oscar, 6 candidature e vinto 2 Golden Globes.

Trama: L'affarista Oskar Schindler, dopo aver guadagnato un patrimonio con l'ultima guerra mondiale, decide di salvare la vita di 1100 ebrei portandoli a lavorare nelle sue fabbriche.


Trailer


Recensione di: Pino Farinotti

Tratto dal libro di Thomas Keneally è la vera storia di Oscar Schindler, industriale tedesco, che nel 1938 capisce che è bene legarsi ai comandanti militari. Li frequenta nei locali notturni, offre bottiglie preziose. Quando gli ebrei sono relegati nel ghetto di Cracovia Schindler riesce a farsene assegnare alcune centinaia come operai in una fabbrica di pentole. All'inizio sembra sfruttarli, in realtà li salva. Di fronte alla persecuzione tremenda, il tedesco trasforma quella sua prima iniziativa in una vera missione, fino a comprare letteralmente le vite di quasi milleduecento ebrei (la famosa lista) che sicuramente morirebbero nel campo di Auschwitz. Film concepito e costruito per essere definitivo, come memoria, opera d'arte e documento. La qualità cinematografica è altissima, del resto nessuno ne avrebbe dubitato conoscendo le attitudini di Spielberg. L'impressione in chi vede il film è profonda, molto studiata è la mediazione fra il cuore e il pensiero. Il regista ha usato il bianco e nero ispirandosi ai documentari dell'epoca nelle sequenze corali e alle immagini espressioniste nelle scene private. Ci sono momenti straordinari, come l'attacco al ghetto di Cracovia e alcuni episodi del campo di concentramento. Quando "tocca" Auschwitz e deve sintetizzare in pochi momenti al regista basta mostrare il grande fumaiolo nella notte per far capire tutto. C'è anche una piccola licenza squisitamente cinematografica, quando vediamo una bambina che riesce a salvarsi dalla strage del ghetto e poi la troviamo morta su un carro nel campo: per farla riconoscere le è stato colorato il cappottino di rosso pallido. Trattandosi del più importante cineasta contemporaneo, capace di muovere il costume, è doveroso essere severi. Ma è davvero difficile essere critici. Si può parlare di troppa Hollywood presente nonostante il tentativo di nasconderlo (certo, Spielberg non è Rossellini) e si può parlare di troppa pianificazione, anche strumentale: con tanto movimento (presentazioni in Germania, a Varsavia, in Israele, con l'avallo di Wiesenthal, il grande nemico dei nazisti, e con l'intervento delle potenti comunità ebraiche del mondo) come si sarebbe potuta negare a Spielberg una bella messe di Oscar? Infatti ne ha raccolti sette, compresi i due maggiori, al film e alla regia. Ma ribadiamo: è un film che "rimarrà".


Fonte: www.mymovies.it